EmilioTadini

anima ricca di sfaccettature

Poesia

Emilio Tadini, anima ricca di sfaccettature, era uomo
che affascinava con le sue molte qualità: attivo nel dibattito culturale, sorprendente nello scrivere e nel dipingere ad acrilico di getto, senza mai sbagliare una linea.

Lo abbiamo incontrato per la prima volta nel suo studio a Milano, in uno scantinato lungo e stretto di una casa tipicamente milanese, con grandi portoni e bocche di lupo affacciate sulla strada trafficata, che lasciavano filtrare la luce come un’apparizione improvvisa. Eravamo entrati nella fabbrica dei sogni, piena di libri e sagome di personaggi fiabeschi, organizzata in modo preciso, con una miriade di tele vergini disposte da una parte, altrettante finite dall’altra, e almeno quattro sui cavalletti, pronte per essere dipinte.

E lui era lì, seduto su una vecchia poltrona da barbiere macchiata qua e là di colore ad osservare l’opera appena terminata. Due minuti soltanto, prima di iniziare a fantasticare con noi.

Forme e figure del mondo dei sogni si raccontano nei riflessi della luce sulla superficie vetrata o
a specchio; un linguaggio fantastico amplifica atmosfere mutevoli che sembrano non avere confine e conferisce profondità reale ai propri personaggi animandoli di vita propria.

Il vetro è una specie di trappola per la luce: la cattura, la rallenta, la carica di valore e poi, così cambiata, la libera. Il vetro colorato è come se o risse alla luce il colore. Che la luce lo porti fuori, lo trasporti, lo di onda.

Biografia

Nonostante sia ricordato soprattutto come pittore, Emilio Tadini fu un uomo di cultura a tutto tondo, critico d’arte, scrittore, saggista, romanziere, poeta e giornalista. La sua poetica “integrale” e “intertestuale”, indirizzata verso la libera circolazione di idee, una “molteplicità vitale” di relazioni e rimandi tra sogno e pensiero, presente e passato, tragico e comico, lo distinse come uno dei pochi intellettuali “completi” del nostro paese.

AfraeTobiaScarpa

una visione raffinata, giocosa e moderna

Armonia

Afra e Tobia Scarpa sono stati i primi ad animare le porte Henry glass con la loro esperienza nel mondo del vetro, con la loro passione per l’arte e la vita. Una passione coltivata nel cuore della campagna veneta, in un luogo raggiungibile soltanto attraverso una stradina bianca, ondeggiante e dissestata. A proteggerla, una solida corazza che contrasta con l’incontaminata natura circostante: una villa-laboratorio di moderna architettura razionalista apparentemente impenetrabile, proprio come chi la abita.

Ma una volta entrati ci sembrò di accedere ad un altro mondo. Quello di due architetti in un grande studio con i muri grezzi e le finestre affacciate sull’erba alta, perché così deve essere ci dissero, dove diventa naturale con un enorme matitone disegnare su un tavolo, anziché su un foglio, le proprie idee.

Pezzi raffinati di vetro soffiato, legati assieme per costruire profili di
fiori e foglie, cieli e stelle, semplici eppure ricchi di stupore primordiale. Frammenti di luce dove i vetri sono paesaggi e le legature a piombo i loro confini.

La mia poetica è quella di elaborare delle immagini di qualsiasi tipo, architettoniche o di design o pittoriche o scultoriche, che interagiscano con la gente in maniera poetica, cioè che trovino degli amici. Se un mio oggetto trova
il suo amico ha svolto il suo ruolo.

Biografia

Un esempio di sodalizio professionale e di vita, che ha prodotto forme dal design originale, dense di energica e geniale artigianalità. Afra e Tobia Scarpa, compagni e artisti di origine veneta, hanno realizzato opere significative nel campo dell’architettura, del restauro e del design, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Compasso d’Oro. Capolavori apparentemente minimalisti, ma ricchi di tradizione e sapere, che trasformano il dettaglio funzionale in elemento caratterizzante.

BrunoMunari

un genio che ha sempre creduto nel possibile

Creatività

“E’ così bella che sembra si possa mangiare”, esclamò Bruno Munari addentando una bacchetta di murrina come si assaggia un pezzo di mandorlato. E subito dopo ci suggerì di applicarle sulle porte. Un’idea che poi tutti tentarono di imitarci. E aggiunse: “Però dovete lavorarle in modo che diventino grandi, perché devono potersi leggere da lontano”, cosa che ci impegnò in oltre un anno di sperimentazioni.

Munari era così: un cuore da bambino, ricco di una logica tutta sua, dedicata a studiare le regole per romperle o mescolarle al fine di creare nuovi equilibri.

Ricordo, per noi, di un genio che ha sempre creduto nel possibile.

Preziose, luminose, psichedeliche e originali “Caramelle” di vetro che giocano nelle dimensioni e nei colori, mescolando di volta in volta un fiore o una stellina per creare combinazioni infinite. Porte irripetibili dal decoro unico.

Diamo un compasso d’oro all’ideatore delle murrine, questi gioielli del vetro soffiato. Certamente egli deve essere stato una persona molto creativa, quando ancora non esisteva la parola creatività.

Biografia

Uno dei massimi esponenti del design e della grafica del XX secolo, Bruno Munari, una figura poliedrica e pluripremiata (quattro Compassi d’Oro). Grafico, art director, designer, creativo eclettico, ha inventato e continuamente sperimentato i laboratori per l’infanzia, col metodo del progettista giocoso; anticipatore della multimedialità. Dalle celebri sculture agli originali elementi d’arredamento, dai saggi tecnici ai libri artistici, i suoi lavori sono sempre stato animati da un forte impulso di ricerca e sperimentazione.

UgoNespolo

una ventata di ecclettismo e giocosa armonia

Eclettismo

Uno stabile che doveva essere adibito ad officina meccanica, poi convertito in un immenso e funzionale spazio che tutt’ora evoca i legami culturali con il Futurismo e le avanguardie storiche del Novecento; uno straordinario ambiente creativo in cui si mescolano i diversi aspetti della creatività umana.

Questo è il laboratorio di Ugo Nespolo, un contenitore immenso di spazi dalla funzione diversa dove si percepisce quanto sia fondamentale l’esperienza culturale nell’attività di un artista che non ha mai limitato i suoi interessi alla sola pittura e non ha mai creduto che si debba usare solo i pennelli perché tutte le avanguardie storiche dimostravano il contrario.

Una persona di profonda cultura ma dall’animo cordiale, disponibile all’incontro ed entusiasta del sodalizio mosaico/vetro da noi proposto: una tecnica che già faceva parte della sua esperienza creativa ma che implicava nuove sperimentazioni, turbinii di immagini, flussi di colori, puzzle di grafismi e lettere da declinare in un nuovo linguaggio materico ed ironico.

I suoi decori sono ironiche composizioni di elementi tipografici e figurali che vanno a costruire un puzzle equilibrato di simboli dall’impronta grafica leggibile a colpo d’occhio, intensa e mai scontata.

La funzionalità del design spesso genera distacco
e sovente freddezza. All’arte allora il compito
di animarlo e volutamente snaturarlo.

Biografia

Protagonista poliedrico piemontese del panorama artistico contemporaneo, Ugo Nespolo è testimone di come ricerca, sperimentazione, desiderio di rinnovamento possano rappresentare l’essenza di ogni artista. Pittore e scultore, l’artista piemontese si è cimentato anche nel cinema e nel teatro dimostrando il suo interesse eclettico verso l’arte e le sue espressioni; intellettuale a 360°, opera integrando la pittura e l’arte figurativa ad altre discipline lavorando sui piani multipli del linguaggio artistico.

CollezioneAccademia

“Accademia” è una collezione di decori creati all’interno della grande fucina di idee che è l’Accademia di Belle Arti di Venezia e sviluppati nell’ambito del Corso di Decorazione.

L’esperienza di far incontrare un gruppo di studenti universitari con l’azienda Henry glass, ha fatto nascere composizioni artistiche uniche e sicuramente fuori dagli schemi che vedono la materia vetro come medium espressivo tra la creatività incontenibile dei giovani e le effettive esigenze di una realtà produttiva che deve obbligatoriamente interfacciarsi con il mercato.

La collezione si presenta interessante per la qualità delle idee, per la forte personalità dei giovani autori, per la contemporaneità dei messaggi, per la dimensione culturale che si intende dare all’iniziativa.

AlessandroMendini

un uomo, o forse un bambino, di grande semplicità ed entusiasmi spontanei

Colore

L’atelier milanese che, fino allo scorso 18 febbraio 2019, Alessandro Mendini condivideva assieme al fratello architetto Francesco è un concentrato di essenzialità e fantasia in una vecchia fabbrica dismessa “abitata” da creativi di tutte le nazionalità.

Lo incontrammo lì, la prima volta. E in quei luminosi spazi, i colori – così importanti per lui – a noi sembrarono già ispirazioni. Mendini è stato un uomo, o forse un bambino, di grande semplicità ed entusiasmi spontanei. Dunque persona spirituale.

Con fare giocoso ed enigmatico sembrò ascoltarci con gli occhi più che con le orecchie, quasi alla ricerca dei nostri autentici valori. Per questo i suoi progetti gratificano i bisogni affettivi: Mendini credeva che tutto aveva un’anima, anche gli oggetti; e la ricercava intensamente.

Cominciò così una collaborazione segnata da una spontanea consonanza umana, il cui prossimo esito sarà l’architettura della nostra nuova sede aziendale alla quale l’architetto ha lavorato con passione.

Linee decise, protese verso l’alto, senza un inizio e senza una fine. Linee continue eppure spezzate in una o più angolazioni e tensioni laterali che suggeriscono un immediato dinamismo dove la geometria si mescola alla fantasia.

La mia poetica è quella di elaborare delle immagini di qualsiasi tipo, architettoniche o di design o pittoriche o scultoriche, che interagiscano con la gente in maniera poetica, cioè che trovino degli amici. Se un mio oggetto trova
il suo amico ha svolto il suo ruolo.

Biografia

Architetto milanese, designer, artista, teorico e giornalista, una delle più importanti figure del design italiano neomoderno. È stato direttore o fondatore di riviste come Casabella, Modo, Domus tramite cui ha diffuso le sue istanze di rinnovamento progettuale.
Fine ricercatore di un differente approccio all’oggetto, fatto di mistica, poesia, ritualità, gioco, perseguito con un sapiente intreccio tra arte e design. Vincitore di un Compasso d’Oro.

RiccardoDalisi

un uomo davvero vulcanico

Arte

Riccardo Dalisi non è solo un uomo pieno di creatività, che prima di risolvere una cosa ne ha già inventate mille: è un uomo davvero vulcanico, proprio come il Vesuvio che, assieme al meraviglioso golfo di Napoli, si può ammirare in tutta la sua maestosità dalla terrazza del suo laboratorio.

Noi avremmo voluto farlo, appena entrati, ma era impossibile non guardarci attorno: il suo studio sembra la bottega di un marionettista, gonfio di oggetti, dipinti, schizzi in precario equilibrio dove tutto penzola, cigola e dondola. Immersi in un mare vibrante di pile di carte, modellini, sculture e caffettiere ballonzolanti, ci siamo lasciati conquistare da questo artista dalla rara sensibilità, attivo nel sociale e amante del disordine organizzato.

La sua idea? Unire vetro e metallo secondo un criterio insolito. L’abbiamo realizzata, ed ecco un sistema di equilibrio che, come afferma Dalisi, ci suggerisce costantemente che “non dobbiamo convincere, dobbiamo travolgere!”.

La percezione del movimento, la sensazione di un fiore mosso dal vento. Un elemento dinamico e scultoreo, reso ancora più vivido dalla scelta del vetro soffiato per sua natura unico in ogni singola lastra, ricco di differenze, bolle, superfici più ruvide o più lisce.

La porta in vetro è arte, divertimento e gura mobile, oltre che schermo, filtro, varco magico. Ed è come una musica disegnare. Una musica che ferma l’invisibile, lo svela e lo costringe sul foglio, lo distende pacifico.
La figura vibra sulla discesa bianca del quaderno. 

Biografia

Nato come architetto e insegnante, Riccardo Dalisi ha svolto attività pedagogica nei quartieri poveri di Napoli e ha fondato un laboratorio artistico di strada rivolto ai ragazzi disagiati della sua città. Contemporaneamente inizia l’attività di designer, artista e poeta arrivando a vincere il Compasso d’Oro nel 1981.
La sua attività contagiosa e solidale continua in bilico fra più discipline, libera da schemi e scuole di pensiero.

RenataBonfanti

Felice connubio di delicatezza e sensibilità

Passione

A chiamarci per suggerirci l’inedito accordo tra porta in vetro e tessuto è stata lei, di sua iniziativa. E di questo le siamo doppiamente grati perché Renata Bonfanti è persona rara da incontrare. Felice connubio di delicatezza e sensibilità.

Nel suo laboratorio immerso nella campagna abitano scatole di pastelli colorati, libri d’arte sempre aperti e uno stuolo di telai, arazzi e rotoli di lana colorata che si sposano talmente bene con la natura esterna da sembrare la loro perfetta proiezione.

Trame, atmosfere e sensazioni che Renata Bonfanti ha colto dai dettagli della natura e fissato in disegno per le nostre porte: ogni suo arazzo è fatto artigianalmente, tramite telaio.

Trame leggere e larghe dove si incrociano e incontrano fili sottili e altri più spessi, colori neutri e vivaci, geometrie e disegni elementari dotati di grande forza comunicativa.
La tessitura è interpretata come elemento architettonico, sequenze cromatiche e formali che si raccontano attraverso una materia “viva”.

Ho sempre pensato alla tessitura come elemento architettonico e non riesco a disegnare un tappeto, un arazzo o un tessuto senza prefigurarmi la loro collocazione. Intervenire in uno spazio interno
con una sequenza cromatica o figurativa che lo modifichi o lo completi è sempre stato per me un argomento di massimo interesse.

Biografia

Tessitrice artistica, Renata Bonfanti disegna e produce tappeti, tessuti, arazzi nel suo laboratorio-studio, dove i telai diventano anche strumenti di progettazione. Vincitrice del Compasso d’Oro, interessata all’architettura oltre che all’arte in se stessa, sperimenta molto e insegna la cultura del telaio alle giovani generazioni. Da questa ricerca nascono arazzi e tappeti tessuti a mano dove si privilegiano le fibre naturali.