Henry glass e Accademia delle Belle Arti di Venezia

19/05/2017 |

ARA – percorsi di progettazione per il vetro artistico contemporaneo all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Questo il nome della mostra visitabile a Palazzo Da Mula presso Fondamenta Da Mula – Murano
dal giorno 12 maggio 2017 alle ore 18:00.

Henry glass dal 2013 sta portando avanti la collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Venezia per indagare innovazioni e nuove traiettorie progettuali legate al decoro su vetro. Nel tempo queste sperimentazioni hanno portato alla nascita della collezione di decori Accademia che potete apprezzare qui: https://henryglass.it/decorazione/accademia/

Ecco alcuni scatti dalla mostra che sarà visitabile fino al 28 maggio con questi orari:

lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00
martedì e giovedì dalle ore 9:00 alle ore 16:00
sabato e domenica dalle ore 10:00 alle ore 13:00

 

 

Di seguito la descrizione approfondita della mostra:

ARA intende proporre alcuni materiali relativi alla ricerca svolta nell’ambito del vetro artistico contemporaneo dagli studenti dell’atelier di Decorazione B dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.

L’approccio interdisciplinare della didattica, della ricerca e della produzione proprie agli specifici dell’atelier offre agli studenti l’occasione di indagare il materiale vetro e la cultura propria alla sua produzione locale, inserendolo in un contesto di continuo confronto con ampi modelli metodologici e tecnici.

La provenienza internazionale degli studenti coinvolti, poi, contribuisce a costruire un osservatorio privilegiato in grado di verificare e amplificare le strutture stilistiche tradizionali attraverso soluzioni ulteriori e derivate.

Il progetto si propone, quindi, di favorire il contatto delle giovani generazioni con una storia e una realtà produttiva, com’è quella del vetro artistico, così fortemente identitaria per il nostro territorio culturale.


L’ARA, nell’ambito della vetraria muranese, era il termine che indicava la terza camera del forno, quella più alta, dove i vetri lavorati venivano posti per il processo di raffreddamento graduale (ricottura) o in attesa di ulteriori processi di finitura.
Probabilmente il termine deriva da “area” e da “ardeo”; da qui il significato ulteriore e più conosciuto di altare: l’ARA era il luogo dove anticamente venivano bruciati i sacrifici agli dei. Alcuni etimologi riconducono il termine alla radice sanscrita AS, che rimanda allo stare, al fermarsi.


Come evidenziato in testa, qualsiasi sia il processo di indagine del senso, il termine ARA si presta agevolmente come “nome” di questo progetto espositivo: una terza camera che collega idealmente ricerca e produzione, atelier e territorio produttivo; un forno che misura il pezzo nella sua effettiva integrità e lo conduce dall’alta temperatura della formazione, dell’ideale e del possibile, alla temperatura ambiente del concreto, della realtà rappresentata dal confronto, armonizzando le sue tensioni nel corso del processo di “raffreddamento”.

Alcune proposte, probabilmente, si concretizzeranno in solidi percorsi creativi nel campo della produzione artistica, altre verranno sacrificate per consentire ulteriori elaborazioni; i materiali proposti in mostra, infatti, lungi dal volersi imporre come chiusi paradigmi di nuove soluzioni nel campo della produzione industriale, sono da intendersi come frammenti di ricerche artistiche e creative, indagini in itinere, posate idealmente nell’”ARA” che questo progetto si propone di rappresentare, in attesa di raggiungere una temperatura che consenta la loro relazione con le reti ulteriori della produzione artistica.