CREARE VALORE

12/03/2018 |

Estratto da Showroom, febbraio 2018

 

Estrema personalizzazione, export, ottime performance tecniche e linee minimal potrebbero essere gli ingredienti giusti per le aziende per affrontare al meglio un mercato non sicuramente fiorente ma in fase di miglioramento.

Ne abbiamo parlato con Andrea Bazzicchetto di FederlegnoArredo.

Il mercato delle porte interne si è da sempre molto distinto rispetto a quello delle finestre; le porte possono essere considerate alla stregua degli arredi e quindi sinonimo di estetica e Made in Italy, del saper fare tipicamente italiano e di artigianalità.

Negli ultimi tempi però si sono differenziate dai serramenti esterni soprattutto per il fatto che non hanno mai goduto di alcuna detrazione dedicata,… non rientravano nel Bonus Energia (a differenza delle finestre a risparmio energetico la cui spesa per la sostituzione era recuperabile fino al 65% – da gennaio 2018 al 50%) e nemmeno nel Bonus Mobili (in cui troviamo gran parte degli arredi e degli elettrodomestici con detrazione al 50% fino a una spesa massima di 10.000 euro).

Alla luce di questo abbiamo visto, negli ultimi anni, tante aziende chiudere e tante altre orientarsi esclusivamente all’export.

Forse ultimamente qualcosa sta migliorando ma siamo ancora tutti cauti a parlare di vera e propria ripresa.

Abbiamo incontrato Andrea Bazzicchetto, Consigliere Incaricato del Gruppo Porte di FederlegnoArredo al quale abbiamo chiesto notizie riguardanti il settore porte interne.

 

Come sta andando il mercato della porta interna?

«Il mercato della porta interna rispecchia l’andamento dell’economia in generale. La percezione è che ci sia una ripresa, ma ancora altalenante e non stabile. Le porte interne sono strettamente legate all’edilizia, la ripresa del settore delle nuove costruzioni, e non più solo delle ristrutturazioni, consente di prevedere una fase di crescita rispetto gli ultimi anni. ».

 

Quanto ha inciso la crisi degli ultimi anni sul settore?

«L’ultimo decennio ha ridisegnato totalmente il sistema produttivo delle porte interne. Inizialmente impostate sulla serie, le aziende si sono ridimensionate e riorganizzare per rispondere a nuove esigenze: personalizzazione, su misura, lavori a progetto».

 

Attualmente stiamo assistendo ad una ripresa?

«Oggi le aziende ancora operative si sono ristrutturate per poter ottenere un’economia di scala con commesse più piccole rispetto al periodo pre-crisi; la ripresa, al netto del dato meramente numerico, si traduce nella capacità di creare valore e di autosostenersi».

 

C’è un incremento dell’export?

«Le esportazioni nel 2017 (a settembre ultimo dato disponibile) stanno crescendo di circa il 12% (con un valore stimato a fine anno di circa 120 mil, circa il 14% sul totale della produzione stimata del settore)».

 

Quali sono le tendenze maggiormente significative in ambito tecnologico ed estetico?

«Dal punto di vista tecnologico assistiamo a una crescente domanda delle performance tecniche del prodotto. Il consumatore si aspetta che il prodotto funzioni in modo eccellente in tutte le sue parti, dai componenti più semplici a quelli più complessi. Il focus è la qualità dell’ambiente abitativo perciò molta attenzione viene posta sulla diminuzione del rumore, isolamento termico, silenziosità durante i movimenti di apertura e chiusura, tenuta delle guarnizioni… . Tutti elementi che fino a pochi anni fa avevano scarsa importanza, mentre oggi fanno la differenza. Dal punto di vista estetico si nota un ritorno al minimalismo ed un apprezzamento al vintage con la riscoperta di toni e forme usate un tempo».

 

Quali sono i numeri che caratterizzano il settore?

«Ci sono oltre 200 società di capitale più un nucleo numeroso di piccole imprese che operano nel settore; le imprese di capitale in generale si stanno rafforzando mentre si riducono le micro imprese individuali e artigiane».

 

Come associazione avete messo in atto soluzioni a supporto delle aziende del settore? Ne avete in programma per il prossimo periodo?

«Le attività della Federazione a supporto delle Aziende sono molteplici e interessano vari campi operativi: formazione, manuali tecnici, norme UNI, e attività di lobby per migliorare il sistema normativo. Uno strumento importante ed esclusivo della Federazione è l’Osservatorio che tramite ricerche dirette e la collaborazione delle aziende analizza costantemente l’andamento delle vendite, sia del mercato domestico e di vari mercati esteri, e della produzione. Ultimamente sono stati proposti alle aziende due validi manuali: il primo utile a valutare la qualità visiva dei prodotti fissando dei criteri oggettivi per valutare un prodotto dal punto di vista estetico, il secondo è un manuale atto ad evidenziare le attenzioni da porre in fase di posa di prodotti resistenti al fuoco o con particolari performance per l’abbattimento acustico. Grande attenzione è stata posta anche all’aspetto finanziario. Tramite la stipula di convenzioni con società primarie specializzate nella gestione finanziarie, sia in merito al ciclo attivo che passivo».

 

Infine, la domanda che ci pongono tutti i lettori: come mai le porte interne non godono di alcun beneficio fiscale al contrario di tutti gli altri prodotti edili? Come vivono le aziende produttrici questa situazione, secondo lei? Ma soprattutto, cosa possiamo fare tutti noi per cambiare questo stato di fatto?

«Le porte interne beneficiano di uno sgravio fiscale, in forma indiretta, a differenza di altri prodotti, come ad esempio le finestre, che possono godere di questi benefici in forma autonoma. Per ottenere un beneficio fiscale per le porte non basta la semplice sostituzione di una porta obsoleta con una porta nuova, ma occorre agganciare questa operazione ad una ristrutturazione che implichi anche opere murarie. Questo rende l’operazione più complessa ed anche più onerosa per il cliente finale, ma ad oggi è l’unica via perseguibile. L’impegno e l’interesse di tutti va nella direzione di rendere più snella e diretta questa procedura».